mercoledì 20 ottobre 2010

Questione di Fiducia


Ci sono tante cose in cui una persona può credere. Cose grandi, immense, ma anche cose piccole, dalla quotidianità semplice, immediata. Cose delle quali probabilmente non riuscirà a sapere mai se erano vere o fittizie, se faceva bene a riporci su la propria fiducia oppure no. Cose che rimangono presunte.
Anche a proposito di cose di questo genere.
Io voglio presumere che tutto ciò non sia un modo per farsi della pubblicità. Voglio presumere che quanto stanno montando su giornali e internet non sia soltanto un modo per incrementare le aspettative del pubblico riguardo lo spettacolo che a breve verrà trasmesso per il tubo catodico.
Voglio credere che questa polemica sia in buonafede, anzi che sia indispensabile affinché il programma non solo vada in onda, ma mantenga inalterate le caratteristiche con le quali era stato ideato.
Ma credendo in questo nego ostinatamente la ragione che conta uno ad uno tutti gli indizi che incontrovertibilmente portano ad una teoria contraria, opposta: ciò che sta saltando fuori in questi giorni ricalca passo per passo il manuale perfetto della campagna pubblicitaria occulta.
Nella televisione di oggi l'evento rimane impresso negli occhi e nei pensieri degli spettatori come Evento solo se viene cucito a regola d'arte come tale. Il pubblico premia lo show televisivo; l'aspettativa lo eleva ad un grado superiore, lo mette nella bocca di tutti, crea scalpore o, quando va bene, genera un dibattito.
Che questo copione possa essere recitato a fin di bene (indurre la gente-pubblico alla riflessione) o a fin di male (accaparrarsi contratti pubblicitari migliori) o entrambe le cose insieme non fa differenza, io voglio solo sperare che questo copione non esista. O perlomeno che non siano gli ideatori del programma ad averlo scritto.
Per il semplice motivo che non lo ritengo onesto.
Perché voglio credere che andranno in onda tutte e quattro le puntate inizialmente previste e che nulla o quasi verrà intaccato, ridotto o censurato rispetto al progetto iniziale. E voglio credere che per mandare sullo schermo tutto com'è, siano servite, anzi siano state strettamente necessarie le polemiche e le proteste di questi giorni.

è tutto un accordo?
Voglio fidarmi della professionalità di un conduttore televisivo che ho sempre visto rifuggire le luci della ribalta a tutti i costi e del quale stimo le capacità dimostrate sino ad oggi sullo schermo.
Voglio fidarmi di una rete rimasta praticamente isolata nel fornire servizi di informazione ai cittadini (vedi Report, vedi Presa Diretta, vedi Ballarò che rimane checché se ne dica la tribuna politica meno parziale in circolazione, vedi il TG3 che continua a dare notizie in TV che altri non danno).
Voglio fidarmi soprattutto della credibilità una persona che vive sotto scorta da anni per avere denunciato come tanti altri i soprusi della camorra pagandone il prezzo sulla propria pelle; che più di quei tanti altri ha conosciuto sì gli onori della notorietà, ma anche gli oneri della costante lotta e sensibilizzazione contro le organizzazioni mafiose.
Voglio continuare a fidarmi di quest'ultimo in particolar modo, superando tutti gli scetticismi miei personali del passato e le polemiche estive riguardanti le sue pubblicazioni con Mondadori. Fidarmi come quella volta che vidi l'auto della sua scorta trasportarlo per le vie di Perugia e con i miei amici applaudii al suo passaggio.

2 commenti:

  1. Guarda, fidati, non si stanno facendo pubblicità, sono veramente nella merda.
    Su La7 Saviano ha spiegato per bene cosa era successo, cercalo sul tubo e controlla te stesso i fatti.

    E poi Fazio alterato non l'avevo mai visto o sentito o letto, veramente gli hanno tirato una sòla bella grossa per farlo scapocciare (CarCarlCamillo Docet).

    D'accordissimo per la stima a Fazio, uno dei pochi personaggi "eccellenti" rimasti alla televisione italiana.

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  2. Io mi sto fidando.
    Ma contemporaneamente non posso ignorare tutti quegli indizi che ragionevolmente portano alla teoria avversa della "polemica per farsi pubblicità", perchè qualsiasi spiegazione di chicchesia in qualsivoglia rete televisiva o giornale stampato va soprattutto in quella direzione.
    Prove certe non ne avremo mai, soltanto ipotesi che si basano esclusivamente sulla credibilità loro ai nostri occhi e sulla fiducia nostra riposta su di essi.
    Anzi, un epilogo che ci renderebbe sicuri che tutto ciò non è montato ad arte ci sarebbe: che il programma non vada in onda.
    Spero, però, che non si arrivi a tal punto.

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