lunedì 18 ottobre 2010

Indegnità e Indignazione


Ci sono notizie che non interessano più a nessuno. Forse perché non indignano nessuno, o almeno non più di un omicidio efferato successo a centinaia di chilometri da casa propria.
Capita così che una giovane vita tristemente spezzata oramai da giorni possa portare alla ripetuta negligenza di quanto succede attorno alla propria esistenza quotidiana. Capita che alcune notizie passino in secondo piano, o non vengano date, oppure siano soltanto accennate e sfuggano così all'attenzione dell'indifferenza generale.
Forse perché era qualcosa che davamo per scontato, forse perché non ci meravigliamo più di niente, forse perché sorge l'abitudine ad ogni genere di sopruso. Abituarsi al male è ancora più grave del male stesso che si tende a sopportare, perché porta a disperdere il personalissimo, e al tempo stesso sociale, senso di indignazione, rendendoci passivi e inoffensivi al peggio, a non riconoscerlo quando arriva.

Avrò probabilmente avuto io un'impressione sbagliata, ma questa notizia non ha destato il sufficiente scalpore, l'adeguato disgusto e soprattutto un'opportuna reazione.
Che esistano le mafie in Italia ormai è dato per assodato; che ci siano personaggi vicini alle mafie posizionati in ruoli chiavi dell'economia e della politica italiana non ne fanno segreto nemmeno gli stessi sospettati.
Ma che vengano denunciate irregolarità tra le candidature alle ultime elezioni amministrative e che le Prefetture ed il Ministero degli Interni siano riluttanti a collaborare è l'ultima goccia che non riesce a far traboccare un vaso che proprio non ne vuol sapere. Eppure di gocce ce ne sarebbero abbastanza per esondare. Ovunque.

preoccupato
Credo di aver commentato fin troppo la gravità della vicenda.
Non starò qui ora a tessere le lodi del Presidente della Commissione Bicamerale Antimafia Beppe Pisanu, ma va dato semplicemente atto del lavoro fatto da lui e dagli altri componenti della commissione.
Che l'allarme sia lanciato da un esponente della maggioranza dovrebbe far capire quanto questa situazione sgradevole sia ripartita tra tutte le forze politiche e debba preoccupare chiunque unanimemente, eletti ed elettori.
Ma anche questa volta ci sarà un bel da fare per combattere l'ostruzionismo, il garantismo preventivo, l'impunità, il garantismo ad oltranza, la giustizia personale, la presunta innocenza fino al terzo grado di giudizio, il partigianismo, le pernacchie alla giustizia uguale per tutti.
Anche questa volta sarà troppo chiedere che i nomi vengano fuori subito dalle indagini e che gli indegni siano conseguentemente dimessi da qualsiasi loro incarico istituzionale in attesa che si concluda il corso giudiziario. E che magari vengano segnalati e sanzionati a dovere i prefetti reticenti a collaborare con i due piani di indagine.
Sì, decisamente troppo. Troppo poco per incazzarsi a dovere.

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