domenica 10 ottobre 2010

I Meno Peggio

Sarò io ad avere un rapporto conflittuale con l'algebra ma faccio davvero fatica a tenere il conto dei congressi tenuti dal PD nell'arco di una stagione.
Buon per loro, sia chiaro, che magari tutte quelle teste pensanti riescono da sotto un'unica tenda a lanciare proclami se non del tutto identici e omogeneizzati (il che non sarebbe nemmeno auspicabile), perlomeno simili e concordanti tra loro. Anche perché, quando sono intervistati ognuno per conto proprio, i risultati sono quelli che abbiamo sotto gli occhi: qualcuno gioca a bastoni e l'altro risponde picche.
Ma ai congressi no, perdinci: tutti insieme, tutti d'accordo, tutti abbracciati. Quindi ben vengano per loro.

L'ultimo congresso piddino s'è concluso ieri. L'armonia frai partecipanti era tale da far apparire così lontana anche la ventata di grafomania che spinse, qualche mese fa, diversi esponenti del centrosinistra a scrivere lettere a qualsivoglia testata giornalistica nazionale, con il presumibile intento di inviare agli elettori segnali di vita. Segnali, c'è da dire, ampiamente confortanti: i morti ancora non hanno il potere di resuscitare. (Chi non venne contagiato da tale moda scribacchina fu senz'altro il leader dell'Italia dei Favori, probabilmente per i suoi evidenti limiti grammaticali).

autolesionista
L'ultimo a parlare a questo congresso è stato il segretario Pierluigi Bersani. Una volta tanto dal suo discorso, tra le numerose metafore improbabili e gli inestricabili proverbi inventati ai quali ci ha simpaticamente abituato, è saltato fuori qualcosa di interessante e perspicace. Nulla sui reali problemi del paese, sia chiaro (per il qual motivo, ahinoi, comprendo e mi unisco alla vostra delusione), però ha concesso al suo pubblico un'attenta considerazione politologa riguardante il suo partito.
Ha centrato il punto, ci è arrivato finalmente. Anzi, in un colpo solo ha anche ammesso tutte le mancanze del suo partito ma senza per ciò gettare la spugna. Questo sì che è parlare con franchezza. Parafrasando le sue parole è chiaro il messaggio: "Noi non siamo in grado di combinare nulla di buono, ma se ci tenete così tanto a impedire che Berlusconi continui a governare o che possa vincere nuovamente le elezioni, il PD, inetto e inefficace per quanto possa essere, è e rimarrà l'unica alternativa percorribile. Basta litigi tra di noi, basta accuse dagli alleati, basta attacchi da giornali che hanno come nemico il premier. Siamo i meno peggio e per questo, solo per questo, dovete trattarci con rispetto."

Vorrei aggiungere dell'altro ma, capirete, ha fatto tutto lui. Con un po' di ritardo ha detto/lasciato intendere ciò che molti elettori disillusi e osservatori della politica con un minimo di attenzione e obiettività avevano compreso già da parecchio.
Peccato che votare il male minore per il bene del Paese risuoni un po' come la guerra preventiva per esportare la pace di bushiana memoria.
il re del porta a porta

Adesso che ci hanno parlato con sincerità (e col beneplacido della Vespa) lo facciano pure il porta a porta per convincere ogni maggiorenne italiano a fare una croce alle prossime elezioni sul simbolo dei Meno Peggio. Ma che non tocchino i bambini, però, i ragazzetti. Essendo minorenni non possono votarli, perciò il centrosinistra italiano, questo centrosinistra, non ha bisogno dei fanciulli così come questi ultimi non hanno bisogno di questo modo di intendere e vivere la politica.
Che siano risparmiati, cortesemente, da una zolfa del genere: può darsi che possano crescere con un'idea di partecipazione politica ed uno spirito sociale che con il clima di oggi non avrà nulla da spartire.

...la speranza è sempre l'ultima a morire...

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