giovedì 4 novembre 2010

Ciao Belli

Non capirò mai come "Bella Ciao" si sia trasformata da canzone delle forze della Resistenza durante la seconda guerra mondiale, a inno dei partiti di sinistra tra un congresso e un'assemblea.
Certo, si tratta di simboli, segni di riconoscimento e non di idee, ma ritengo sia imperdonabile quanto è accaduto: quello che è stato il canto di un popolo (mai così unito come allora) per la sua libertà, ora è sempre più venduto come hit di una fazione, e in quanto tale da ripudiare per tutte le altre, indecisi ed astenuti compresi.
Oggi "Bella Ciao" è un ritornello dei rossi, dei comunisti, probabilmente anche del CSM.
Al c'entro, invece, si preferisce cantare le litanie della domenica.

E a destra?

Rivoltato nella tomba
In Italia innanzitutto manca una destra. Una destra di quelle liberali, conservatrici, giustizialiste, come nella tradizione di tutti gli altri sistemi politici occidentali.
La destra italiana è rappresentata oggi dagli eredi dei fascisti da una parte, la xenofobia leghista dall'altra, e in mezzo dai valori morali introdotti nel 1994 con la creazione di Forza Italia.
La destra italiana non ha neanche il tempo per mettersi a cantare. Ma quando proprio deve farlo, le uniche parole che ricorda sono quelle di "Giovinezza" o "Faccetta Nera", le cui note non sono solo inquietanti per le tristi rimembranze fasciste, ma anche impietose per l'udito. Oppure come inno della propria introversia culturale (adoro gli eufemismi) prende in prestito il "Va Pensiero" di Verdi, l'aria simbolo del Risorgimento composta da uno dei principali eroi dell'Unità d'Italia. O peggio ancora ripete in coro il ritornello di "Meno male che Silvio c'è".

Puoi dare di più
Sfugge però, in questo distorto contesto politico-musicale italiano, come si possa mettere sulla stessa bilancia, per un semplice gusto della par-condicio a tutti i costi, "Bella Ciao" e "Giovinezza". L'unica logica che ammette un parallilismo tra i simboli di un moto di libertà e quelli di un regime tirannico, è quella di una spregevole rivisitazione storica e riabilitazione di idee violente e antidemocratiche. Alla Rai (nella ridente Sanremo) riescono anche in questo.


P.S.: Voglio chiudere, citandole a memoria con alcune parole pronunciate dal Presidente della Commissione Bicamerale Antimafia Beppe Pisanu, intervistato ormai due anni fa a Che Tempo Che Fa, riferendosi a Gianfranco Fini:

"Quando c'eravate voi al potere, quelli come me erano in galera. Ora che ci siamo noi, quelli come te sono Presidenti della Camera".

2 commenti:

  1. Guarda che la destra "Ciovane" come inno usa:
    Ma il cielo è sempre più blu di Gaetano.

    Ora sono inattaccabili.

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  2. Mi sono accorto soltanto adesso di aver dimenticato il vecchio inno di Forza Italia: non ne esisterà mai uno migliore.

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