venerdì 12 novembre 2010

F(el)ini

Stiamo assistendo ad una crisi di governo che non c'è.
Perché non c'è un governo che effettivamente lavori, e non c'è nemmeno una crisi all'interno dello stesso. Non c'è nessun fraintendimento sul programma da attuare né qualcosa è cambiato nella maggioranza dall'inizio della legislatura.

Non proprio sicuro sul da farsi
È successo semplicemente che Fini, dopo 16 anni trascorsi sentendosi il vice dell'uomo che ha plasmato dal nulla una piattaforma elettorale di centrodestra in Italia, si è accorto di non essere l'erede destinato da Berlusconi a sostituirlo.
Questo perché non c'è nessun erede designato da Berlusconi (a meno che non si vuol credere che al reuccio subentrino poi i suoi figlioli). Nel suo partito e nella sua coalizione non c'è nessun "secondo", ma soltanto un "primo" sopra tutti gli altri e gli altri sono tutti uguali tra loro.
Fini s'è reso conto che dopo aver sacrificato 16 anni di carriera politica per soddisfare le vanterie e i personalismi di tale signor imprenditore, questi adesso non ha nulla da rendergli in cambio, e men che meno la sua poltrona.

Dall'accorgersi di ciò al rinnegare tutto il suo passato il passo è breve. Per chi è riuscito ad abiurare i suoi trascorsi neofascisti, ripudiare adesso un vecchio magnaccia affabulatore senza idee e senza paura è un gioco da ragazzi.
I suoi discorsi di una destra liberale europea sono ancora vaghi e confusionari, ma in compenso i suoi attacchi alla figura dell'odierno premier sono precisissimi: ricalcano alla perfezione le accuse voltegli finora dall'altra fazione del Paese.
Fini sta commettendo paradossalmente lo stesso errore compiuto nell'ultimo decennio dalle forze di sinistra: compattare la propria parte politica dietro l'insegna dell'antiberlusconismo.
Forse soltanto in modo più furbo, ovvero facendolo adesso che il suo nemico è arrivato a 74 anni ed alla vigilia del suo ritiro dalle scene.
Tralasciando però un particolare essenziale: che B. ha bisogno di quel palco, non fosse altro per evitare i processi a carico, ed ha perciò 7 vite come i gatti.
Se a giorni, come dicono, dovesse cadere il suo governo, sarebbe soltanto la quarta volta che accade.
E gli rimarrebbero altre 3 vite ancora da spendere.

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