martedì 16 novembre 2010

Voci da Sotto Coperta

Sono momenti concitati per i politicanti italiani.
Il transatlantico delle libertà sta affondando e per ogni marinaio che promette di non abbandonare il capitano suo capitano, ce n'è uno già in salvo sul barcone futurista ed un altro in preda alle crisi di panico.
Sull'isola deserta come naufraghi stanno gli italiani, abbandonati al loro mesto destino, reso ancor più triste dalla consapevolezza di esserselo scelto da soli, al calduccio primaverile di una cabina elettorale al riparo da occhi indiscreti.

Nel marasma generale, proliferano le voci delle sibille sui possibili scenari futuri, ma non tutte sono attendibili né tutte rivelano ipotesi lecite o legittime, o fondate su una attenta lettura della nostra Costituzione. Tenendo sottomano proprio quest'ultima, passiamo in rassegna le dicerie di questi giorni.

"Prima la mozione di fiducia al Senato, poi quella di sfiducia alla Camera."
Articolo 94.
Il Governo deve avere la fiducia delle due Camere.
Ciascuna Camera accorda o revoca la fiducia mediante mozione motivata e votata per appello nominale.
Entro dieci giorni dalla sua formazione il Governo si presenta alle Camere per ottenerne la fiducia.
Il voto contrario di una o di entrambe le Camere su una proposta del Governo non importa obbligo di dimissioni.
La mozione di sfiducia deve essere firmata da almeno un decimo dei componenti della Camera e non può essere messa in discussione prima di tre giorni dalla sua presentazione.

La fiducia si vota al momento dell'insediamento o si pone sulla votazione di provvedimenti ritenuti essenziali dall'esecutivo per la condotta politica del Paese.
Spetta invece alla Camera presentare la mozione di sfiducia, che viene votata non prima di tre giorni.
Ergo: prima la sfiducia alla Camera e non per un mero motivo di precedenza nella presentazione rispetto alla mozione di fiducia del Senato.

"Sciogliere soltanto la Camera."
Articolo 88
Il Presidente della Repubblica può, sentiti i loro Presidenti, sciogliere le Camere o anche una sola di esse.
Non può esercitare tale facoltà negli ultimi sei mesi del suo mandato, salvo che essi coincidano in tutto o in parte con gli ultimi sei mesi della legislatura.

Napolitano può sciogliere soltanto la Camera come può sciogliere soltanto il Senato. Nel 2008, esempio più recente, la Camera votò la fiducia al governo Prodi ed il Senato no, ma non per questo venne sciolto soltanto quest'ultimo. In realtà, lo scioglimento di una sola Camera non avviene dal 1963, ovvero da quando le due aule parlamentari hanno la stessa durata (in precedenza la Camera durava 5 anni ed il Senato 6).
Ergo: si potrebbe ma non è né consuetudine farlo, né recherebbe giovamento alle casse statali se si pensa che dopo soli due anni si tornerebbe comunque a votare nuovamente.

"Non è possibile in questa legislatura un governo non presieduto da Berlusconi."
Titoli I, II e III della Seconda Parte sull'Ordinamento della Repubblica

I cittadini italiani eleggono i rappresentanti al Parlamento, che a loro volta esprimono una maggioranza di governo presieduta da un Presidente del Consiglio; quest'ultimo deve il suo incarico al Parlamento e non all'elezione diretta dei cittadini.
L'Italia è una Repubblica Parlamentare e non Presidenziale. Il nome del leader del partito scritto sul simbolo presente nelle schede elettorali non è sufficiente a trasformare le elezioni per il Parlamento in una scelta diretta del Presidente del Consiglio. Se le Camere elette esprimono nel corso della legislatura una maggioranza diversa da quella in carica, è loro dovere fiduciare un nuovo esecutivo, guidato da chicchessia. Nel caso in cui il Parlamento non riesce ad esprimere alcuna maggioranza, l'unica strada è il ritorno alle urne.
Ergo: se nasce una nuova maggioranza, con o senza Berlusconi a capo, bene: altrimenti si vota.

"Il governo tecnico è rovesciamento della volontà degli italiani."
Titoli I, II e III della Seconda Parte sull'Ordinamento della Repubblica

La volontà degli italiani emerge al momento dell'elezione del Parlamento e non quando viene a formarsi questa o quella maggioranza. Se il Parlamento, espressione della volontà degli italiani, incarica un nuovo esecutivo, questi sarà assolutamente legittimo.
Ergo: un governo tecnico, o un governo che si poni pochi e precisi obiettivi (una nuova legge elettorale, ad esempio) non è un rovesciamento della volontà degli elettori.

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