leader con le mani legate |
"Prossima Fermata Italia", la convention promossa dai giovani esponenti del PD Mattero Renzi e Giuseppe Civati col 'obiettivo di "rottamare" la classe dirigente del partito, è iniziata ieri 5 novembre e durerà sino a domani 7.
La Conferenza Nazionale della Famiglia, organizzata col patrocinio del dipartimento per le politiche della famiglia affidato all'esponente PdL Carlo Giovanardi, si terrà invece l'8 9 e 10 di questo mese.
Ancora non ci è dato sapere con certezza cosa faranno rispettivamente il segretario dei democratici e il presidente dei berlusconiani per i due eventi in programma. C'è di sicuro, ad oggi, che l'eventuale presenza dell'uno o dell'altro ai rispettivi forum creerebbe imbarazzo non solo agli altri convitati, bensì anche a loro stessi.
Troppo somigliante ad un reparto geriatrico l'entourage del terzo segretario in tre anni del PD e troppi pochi segnali di rinnovamento all'interno della struttura nazionale.
Troppe moglii, troppe relazioni extraconiugali, troppe dichiarazioni fuoriluogo per il Presidente del Consiglio e, soprattutto (visto l'invito a parlare di fatti e non di chiacchiere) troppi pochi interventi a tutela dei nuclei familiari in due anni e mezzo di legislatura.
Allo stato attuale delle cose, dunque, Silvio e Piergigi non parteciperanno ai due appuntamenti.
Ma se da un lato la presenza dei due potrebbe far svanire il significato e lo scopo dei suddetti convegni, trasformandoli in pure e semplici vetrine (tanto si sa, siamo in campagna elettorale anche senza elezioni in programma); dall'altra parte la loro assenza lancerebbe piccoli ma inequivocabili segnali di indebolimento delle rispettive leadership, che tradotti in piccoli termini indicano un governo Berlusconi sempre più in crisi e agli sgoccioli, ed un Bersani sempre meno probabile come candidato premier del centrosinistra per le elezioni oramai prossime.
Solo per queste motivazioni di opportunismo e non per altre, non mi meraviglierei di probabili colpi di reni dell'ultimo ora da parte di almeno uno dei due.
Tanto basta una ripassata di trucco e via, si passa in tivvù davanti al grande pubblico: poco importa se non si ha nulla da dire.
Mi sembra un accostamento un pò forzato... Diciamo che vogliamo vedere l'analogia ad ogni costo. Oltre che alle differenze enormi che corrono tra i due appuntamenti, bisogna evidenziare che Berlusconi all'appuntamento vorrebbe partecipare ma non ce lo vogliono, Bersani invece non vuole partecipare pur essendo stato invitato (commettendo un grave errore, secondo me, perchè è vero che si prenderà qualche mazzata, ma per lo meno lancia segnali forti e chiari: 1 di non aver paura delle critiche di una parte del suo partito e di saper controbattere, 2 dimostrerebbe di essere disponibile ad un rinnovamento del partito, visto che ancora in merito è stato piuttosto ambiguo). Da una parte quindi vedo Berlusconi che, per la prima volta nella sua storia, viene rinnegato dal suo stesso partito, dall'altra Bersani che non viene rinnegato, ma criticato (e quindi riconosciuto ancora come leader), e che dimostra l'incapacità di gestire l'ennesima situazione di malcontento.
RispondiEliminaRoberto
Perdonami, ma non vedo quale motivo dovrebbe spingermi a cercare "l'analogia ad ogni costo": le distinzioni ci sono, ovvio, mica sono episodi ricopiati su carta carbone, ma i tratti essenziali sono comuni.
RispondiEliminaDiciamo le cose come stanno: entrambi sarebbero fuori luogo a quei convegni.
L'uno perchè con la famiglia non c'entra nulla e giustamente gli hanno suggerito di non approfittarne per il solito comizio.
L'altro perchè se fosse stato presente o prometteva solennemente di smaltire la gherusia del PD, oppure si chiamava addosso fischi e ortaggi. Se questo lo chiami invito, ok, ma il messaggio inviato da Bersani è chiarissimo: meglio tenersi buoni i D'Alema, i Veltroni, i Fassino, i Latorre con 8/7/6 legislature alle spalle ciascuno che dare spazio ai giovani che non contano nulla. Ma sbaglio, o c'era nello statuto del PD un limite di 3 legislature per ogni parlamentare, dopodichè scattava l'incandidabilità? Quando pensano di mettere in condizione i giovani di sostituirli?
Bersani rimane un vaso di porcellana tra travi di ferro che nessuno riesce a schiodare dalle loro poltrone.
Per Berlusconi, invece, pare che l'ennesima flessione dell'immagine (che per la sua politica vuol dire tutto) si stia tramutando in una delle rare crisi sostanziali, e chissà che non sia quella definitiva. Nel 2007 ci pensò Veltroni a risollevarlo dalla fossa, vediamo adesso chi riuscirà a rianimarlo.