mercoledì 10 novembre 2010

Dura Lotta

È una dura lotta scegliere quale passaggio sia il più ridicolo tra i tanti della strenue difesa di sé stesso messa in piedi dal Ministro dei Mali Culturali Sandro Bondi ieri a Ballarò, a proposito del crollo della Schola Gladiatoria in quel di Pompei.

"Un crollo? Uh, che peccato"
Dopo una breve e sommaria cernita trai suoi occhi spalancati, i suoi balbettii e i suoi tentativi di chiuderla alla carlona con un "Mi arrendo di fronte alla sua ignoranza" (non la sua bensì rivolgendosi a Di Pietro - ed effettivamente era una dura lotta tra titani anche lì a proposito di cultura), rimangono in piedi i due momenti più tragicomici della serata:
"...la Domus credo avrà duemila anni..." 
"...il crollo era inevitabile, sarebbe potuto crollare qualsiasi scavo archeologico in qualsiasi altro Paese del mondo e non è colpa mia se è avvenuto qui..."
Un ministro dei Beni Culturali che crede di sapere da quanti anni è in piedi una vecchia casa diroccata e che di fronte ad una catastrofe si appella al fatalismo del "prima o poi doveva succedere e poteva succedere a chiunque" non dovrebbe dimettersi: non avrebbe mai dovuto essere eletto.

Perfino Francesco Cossiga (e stiamo parlando di KoSSiga) quando Aldo Moro venne rapito e assassinato si dimise dal Ministero degli Affari Interni, eppure mica avrebbe potuto prevedere un evento del genere?
No, voglio sperare di no.

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